Come cambieranno le abitudini alimentari nel prossimo futuro?

La Dieta Mediterranea, con decisione unanime, è entrata dal 2008 nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Pane, pasta, frutta, verdura, olio extra vergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani di conquistare il record della longevità, con una vita media di 77,2 anni per gli uomini e di 82,8 anni per le donne.

Seguire la dieta mediterranea può essere un elemento strategico nella lotta contro il cambiamento climatico: può facilitare una riduzione del 72% dei gas serra, del 58% nell’uso del suolo, del 52% nel consumo di energia e del 33% nel consumo di acqua.

Secondo uno studio del CREA Alimenti e Nutrizione del 2022, gli italiani che seguono la dieta mediterranea (circa il 40%) è rappresentata dalle persone più informate e che in generale si interessano di nutrizione. 

La pandemia e le tensioni geopolitiche evidenziano che la dieta mediterranea potrebbe essere esposta all’aumento dei prezzi delle materie prime; tuttavia, questa abitudine alimentare oltre ad essere fondamentale per la salute, esercita un’importante opportunità per la sostenibilità e dunque una minore pressione sul suolo e sulle risorse idriche, minori emissioni di gas serra e la riduzione del fenomeno dell’erosione della biodiversità del territorio rurale.